merenda-bambiniLo spuntino di metà mattina è un momento importante nella giornata del bambino. attenzione: non deve sostituirsi alla colazione, né avere un apporto calorico eccessivo. Dovrebbe fornire il 5-10% delle calorie giornaliere, dunque oscillare – sulla base dell’età – tra le 100-125 calorie di un bambino di 6 anni e le 180-200 di un adolescente.

Lo scopo è quello di fornire energia “a rapido consumo” per prevenire il calo di attenzione e di umore, tipici della tarda mattinata e del pomeriggio, o spezzare intervalli superiori alle 4-5 ore tra i pasti.
Gli alimenti da preferire sono soprattutto quelli facilmente digeribili, ricchi in carboidrati e poveri in grassi, quali ad esempio frutta o yogurt alla frutta.
Poichè un’alimentazione ben condotta deve essere anche variata, possiamo – a rotazione – inserire anche alimenti quali fette biscottate, merendine non farcite, frollini o piccole quantità di pizza, tipo 40 gr di “rossa” del fornaio.
Evitiamo panini superimbottiti, merendone o qualsiasi alimento in eccesso per quantità e calorie che sono di lenta digestione con conseguenze, sia dal punto di vista delle prestazioni cognitive che da quello calorico.

Il panino va bene?
Un conto è il panino piccolo, magari arricchito con le noci; un conto il panino imbottito con affettati o formaggi. È chiaro che in quest’ultimo caso non siamo di fronte ad uno spuntino!.

Se il bambino insiste per altri cibi?
In questi casi servono la mediazione e il buon esempio. Episodicamente possono anche capitare spuntini più sostanziosi ma ciò richiede una maggiore attenzione alle scelte del pranzo e della cena e soprattutto allo stile di vita. In linea di massima comunque nei bambini più piccolini sono fondamentali l’esempio e le indicazioni della mamma che potrebbe indirizzare le scelte, come in un gioco, ad esempio, sui colori o la forma degli alimenti per assicurare varietà e corretta quantità.merenda-bambini-scuola
Durante l’età scolare possono intervenire le istituzioni scolastiche o la figura dell’insegnante, magari attraverso un’educazione alimentare che parta proprio dal modo di mangiare dei bambini e sappia indirizzare verso la sperimentazione di cibi e menu diversi e più salutari.
Erroneamente invece molte mamme lo inseriscono nello zaino, soprattutto quando il bambino si rifiuta di fare colazione. Dal punto di vista nutrizionale questo è un comportamento scorretto. Si dovrebbe intervenire “a monte”, inducendo il bambino a consumare, sempre e comunque, la prima colazione. In questo modo non ci sarebbe alcun bisogno di supplementazioni “extra”.

Poichè gli insegnanti rappresentano una figura fondamentale nell’educazione del bambino, attraverso un lavoro paziente di riflessione – proposta – sperimentazione, possono portare il bambino ad assaporare gusti diversi e cibi più salutari.

Per gli adolescenti
Più complesse invece sono le strategie da applicare agli adolescenti, che non considerano più la famiglia o gli insegnanti come unici modelli di riferimento. In questi casi può riuscire utile differenziare maggiormente le proposte alimentari, magari attraverso l’inserimento – presso le zone ristoro – di un più ampio ventaglio di alimenti a basso contenuto lipidico.
In famiglia comunque nell’acquisto degli alimenti e nella preparazione dei pasti principali dovrebbe essere sempre tenuto conto non solo del gradimento dei cibi, ma soprattutto di offrire ai figli una dieta variata e ben bilanciata da un punto di vista nutrizionale e calorico.

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