omega_3Nei pazienti post-infartuati che ricevono Acidi grassi omega-3 cala rischio di re-infarto.

E’ quello che documenta uno studio recente

condotto dalla società CliCon con il contributo di una azienda farmaceutica su 11.000 soggetti del mondo reale. Per i pazienti che ricevono Pufa N-3 nella terapia di dimissione ospedaliera il rischio di re-infarto e di decesso ad un anno si riduce rispettivamente del 34,7% e del 24,5%.

“I dati che abbiamo presentato confermano quelli dell’importante studio Gissi Prevenzione, da anni un riferimento per la cardiologia preventiva – spiega Savina Nodari, professore associato del Dacid grassiipartimento di Cardiologia, Università degli Studi di Brescia – Per la prima volta è stato condotto in Italia uno studio con dati del mondo reale su un numero elevatissimo di pazienti; lo studio dimostra che in condizioni di farmacoutilizzazione di pratica clinica (Real Life), nei pazienti post-infartuati, l’assunzione di PUFA N-3 insieme alla terapia di riferimento utilizzata in dimissione ospedaliera riduce drasticamente il rischio di re-infarto e di decesso, migliorando la vita del paziente e non ultimo garantendo un sostegno al Sistema Sanitario Nazionale grazie alla riduzione della re-ospedalizzazione del paziente”.

Tutti sappiamo che questi grassi sono contenuti nel pesce. Non sempre è noto che possiamo trovarli anche in cibi vegetali.

 

 

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